Al mondo esistono tre tipi di persone – coloro che non sanno chi Frank Rosenthal sia, coloro che amano la sua compagnia e coloro che non appena lo vedono cadono in preda all’ansia.

Benvenuti nel mondo di Frank Lawrence ‘Lefty’ Rosenthal, il leggendario allibratore tanto dibattuto e controverso che ha contribuito in maniera significativa a cambiare il volto di Las Vegas e dei casinò in generale.

Interpretato sul grande schermo da Robert De Niro (Sam ‘Asso’ Rothstein) nel cult movie di Martin Scorsese Casinò, il Sig. Rosenthal fu un amante dell’acqua gasata, un egocentrico sino all’inverosimile (famosissimo il suo talk show televisivo trasmesso on air dallo Stardust Casino con star del calibro di Frank Sinatra, OJ Simpson, Muhammad Ali, Billy Martin e molti altri), un visionario, un genio per la sua abilità nel calcolo delle probabilità, il casino executive più importante e pignolo della Las Vagas anni ’70 e primi anni ’80 ed un membro della Chicago Outfit, la mafia italo-americana dell’Illinois.

Nacque a Chicago nel Giugno del 1929 e crebbe nella West Side di quegli anni. Le sue doti in statistica, teoria dei giochi e probabilità le ereditò dal padre, commerciante con una passione per la matematica ed i cavalli purosangue. Fu infatti nell’ippodromo di Belmont, dove il padre faceva gareggiare i suoi cavalli, che ebbe i primi contatti con il mondo del gioco d’azzardo. Fu inoltre lavorando come cameriere in una vecchia sala da biliardo dove, il giovanissimo Frank, serviva da una parte sandwich ai gangsta e dall’altra raccoglieva le scommesse per la mala.

La sua abilità matematica di cogliere le migliori puntate da piazzare nei campionati di college di football e basket gli valse a 19 anni un impiego presso il più grande centro scommesse illegali di tutti gli Stati Uniti, a Cicero, Illinois. E’ qui che la sua reputazione come handicapper crebbe a tal punto che al termine dello stesso anno di lavoro Frank frequentava assiduamente il boss della mafia di Chicago, Fiore ‘Fifi’ Buccieri, l’uomo che si era guadagnato i “gradi” lavorando per conto di Al Capone.

Data la sua origine ebrea a Lefty fu di fatto vietato diventare un membro ufficiale della mafia. Il fatto che comunque fosse una fonte enorme di introiti per la criminalità organizzata non gli proibì di entrare nelle loro cerchie. Divenne grande amico di Tony ‘The Ant’ Spilotro, un uomo della mafia il quale si occupava di eliminare fisicamente i nemici dell’Organizzazione. Grazie al suo talento nel corso di quegli anni Frank divenne il miglior handicapper della nazione.

Con l’inasprimento dei controlli da parte del FBI su giocatori e bookmakers il nome di Frank iniziò a comparire in numerosi dossier della Commissione Crimini di Chicago. L’agenzia per la quale lavorava venne chiusa e 18 persone collegate con l’Outfit vennero arrestate. Frank decise che fosse giusto il momento di levare le tende e l’anno successivo si trasferì Miami, nel North Bay Village, nella speranza di passare inosservato.

La sua reputazione e la sua ben conosciuta affiliazione con la criminalità organizzata lo precedette e non ci volle molto tempo affinché la Commissione sul Gioco d’Azzardo e sulla Criminalità Organizzata del Senato lo convocò a comparire con l’accusa di combine. La leggenda vuole che durante l’udienza al tribunale a Frank venisse affibbiato il nickname Lefty, appellandosi per ben 37 volte al Quinto Emendamento alla domanda se fosse mancino. Nella realtà il nomignolo proviene dal suo ruolo di battitore mancino in una squadra giovanile di baseball in cui militava da giovane.

Frank riuscì a non farsi condannare, ma il clima attorno a lui si fece incandescente. Gli arresti per gioco d’azzardo e scommesse illegali divennero sempre più frequenti. Nuovamente, per sfuggire alle attenzioni della polizia, ritornò a Chicago.

Accortosi che Chicago non era più il centro delle scommesse degli anni ’50, nel 1968 si imbarcò su un volo per Las Vegas. Qui Frank cominciò a piazzare scommesse dalla sua stanza al Tropicana ed a bighellonare con dei mafiosi italiani conosciuti a Chicago.

Ben presto Frank si trasferì a lavorare per conto della Mob sullo Strip allo Stardust Casino.

Sebbene assunto come Floor Man, Frank venne collocato all’interno per dirigere la casa da gioco. Unitamente allo Stardust, anche il Fremont, l’Hacienda ed il Marina furono segretamente sotto il suo controllo. I quattro casinò erano di proprietà della Argent Corporation, un’agenzia di investimento immobiliare di proprietà di Allen Glick controllata dal fondo pensione dell’Unione Trasportatori gestito dalla mafia la quale per l’acquisto dei quattro resort versò nelle casse della Argent 127 milioni di dollari.

Sotto la sua direzione i quattro casinò divennero i più redditizi dello Strip grazie ad una combinazione di strategie di gioco innovative e ad un servizio clienti stellare. La sua abilità nel raccogliere le migliori puntate lo resero un pioniere. Non vi è nessun dubbio infatti dell’impatto che Rosenthal ebbe sulla città, la quale, al suo arrivo, era scarsamente interessata nelle scommesse sportive. All’epoca infatti i casinò non operavano come centri scommesse. Questi erano situati in edifici al di fuori dei casinò. Nonostante ciò, Mr. Rosenthal creò il primo centro scommesse ad operare all’interno di un casa da gioco, dotato di poltrone lussuose, miriadi di schermi televisivi e portando il comfort ed il glamour in un ambiente da sempre considerato squallido e trasandato. Frank Rosenthal fece dello Stardust uno dei centri di scommesse sportive più importanti del mondo.

Un’altra innovazione da lui apportata fu quella di introdurre le donne come croupier ai tavoli del black jack, raddoppiando “solo” nel primo anno gli incassi dello Stardust. Inoltre nei casinò da lui gestiti fu proibito l’accesso a truffatori e bari professionisti. Inutile dire che costoro si tennero ben alla larga!

Frank stava facendo strada velocemente ed alla grande. Era il re di Las Vegas e stava facendo soldi a palate!

Lentamente però le cose cambiarono, in peggio.

Non solo il suo matrimonio con Geraldine “Geri” McGee  stava franando inesorabilmente verso il divorzio ma ben presto le autorità del Nevada scoprirono la sua gestione illegale delle quattro case da gioco senza una licenza regolarmente rilasciata.

Dati i suoi contatti e frequentazioni con la criminalità organizzata la Gaming Control Board gli negò diverse volte la licenza tanto desiderata. Lottando invano e per diverso tempo cercando di crearsi un’aura di rispettabilità, riuscì ad ottenere  finalmente la licenza per l’esercizio delle sue funzioni ma questa gli venne subito ritirata a seguito dell’incriminazione di Tony Spilotro e di altri 14 membri della Mob per riciclaggio di denaro e per la scoperta da parte delle autorità dello schema di occultamento dei proventi delle case da gioco.

Frank venne bandito da tutte le case da gioco del Nevada a vita.

Nel 1982, fu vittima di un attentato. All’uscita dal ristorante di Tony Roma sulla East Sahara Avenue saltò in aria nella sua auto, imbottita di esplosivo. Miracolosamente sopravvisse! Sotto il sedile della sua Cadillac Eldorado, per una irregolarità di lavorazione unica in questi veicoli del 1981, era stata posta una placca metallica che la General Motors aveva provveduto ad installare per ovviare ad un problema di bilanciamento. La suddetta placca riparò Frank dall’esplosione, il quale, senza cintura di sicurezza venne catapultato fuori dall’auto e se la cavò con ben poche lesioni.

Anche se nessuno venne formalmente incriminato la persona responsabile dell’attentato è da considerarsi Frank Balistrieri, il boss della mala di Milwaukee, intenzionato a dare una lezione a Rosenthal, secondo un’intercettazione, per i problemi legali che i casinò controllati dalla mala stavano subendo.

Con l’attentato terminò la carriera di uno degli uomini più potenti di Las Vegas. Dopo pochi mesi si trasferì con i suoi due figli prima a Laguna Niguel, in California, quindi in Florida a Boca Raton per quasi 17 anni ed infine a Miami, South Beach, dove oltre alla gestione di un sito web di scommesse sportive lavorò come consulente per società off-shore, sempre di scommesse. Qui morì il 13 Ottobre 2008, all’età di 79 anni.

Marcello Cascone
Marcello Cascone
Ideatore e responsabile della Gaming School Torino. Curioso ed appassionato osservatore dello scintillante mondo delle case da gioco; mi piace scrivere contenuti su personaggi, persone, storie a 360° appartenenti a questo fantastico mondo.