La settimana scorsa abbiamo analizzato il concetto di gioco d’azzardo patologico. Oggi esaminiamo, sempre grazie alla tesi di laurea del Dott. Rocco Mela, quali sono i criteri con cui i giocatori vengono classificati per individuare gli indicatori della patologia del gioco d’azzardo e quali sono le fasi di evoluzione della malattia stessa.
Per cominciare ad individuare gli indicatori della patologia da gioco, è estremamente importante chiarire innanzitutto la necessità di operare una distinzione tra giocatori d’azzardo e giocatori patologici. Per molte persone, infatti, numerosi giochi d’azzardo tra quelli elencati sono piacevoli passatempi, in taluni casi occasionali e in altri abituali, ma anche in quest’ultimo caso non significa che il gioco sia necessariamente patologico, dal momento che non è la quantità il fattore discriminante del problema.
Il giocatore compulsivo, infatti, si pone lungo un continuum che conta diverse tappe dai confini spesso sfumati che vanno dal gioco occasionale, al gioco abituale, al gioco a rischio fino al gioco compulsivo. Di conseguenza, il gioco d’azzardo patologico si configura come un problema caratterizzato da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento di gioco, che finisce per assorbire, direttamente o indirettamente, sempre più tempo quotidiano, creando problemi secondari gravi che coinvolgono diverse aree della vita.
Suddivisione dei giocatori
I giocatori d’azzardo si possono differenziare in sei macrocategorie; alle prime due categorie appartengono le persone bisognose di aiuto psicologico e psichiatrico: le vittime del gioco.
Descrivo di seguito le sei categorie:
1. Giocatori d’azione con sindrome da dipendenza
Hanno perso il controllo sul loro modo di giocare. Per essi, giocare d’azzardo è la cosa più importante nella vita, l’unica cosa che li mantiene in “azione”. Il gioco d’azzardo compulsivo è una dipendenza progressiva che abbraccia tutti gli aspetti della vita del giocatore. Mentre continua a giocare, la sua famiglia, i suoi amici ed il suo lavoro vengono influenzati negativamente dalla sua attività di gioco. Il giocatore compulsivo non può smettere di giocare, indipendentemente da quanto lo desideri o da quanto duramente ci provi.
2. Giocatori per fuga con sindrome da dipendenza
Giocano per trovare alleviamento alle sensazioni di ansietà, depressione, rabbia, noia o solitudine. Usano il gioco d’azzardo per sfuggire da crisi o difficoltà. Il gioco provoca un effetto analgesico invece di una risposta euforica.
3. Giocatori sociali costanti
Il gioco d’azzardo è la fonte principale di relax e divertimento, sebbene questi individui mettano il gioco in secondo piano rispetto alla famiglia e al lavoro. I giocatori sociali costanti mantengono ancora il controllo sulle loro attività di gioco.
4. Giocatori sociali adeguati
Giocano per passatempo, per socializzare e per divertirsi. Per essi giocare d’azzardo può essere una distrazione o una forma di relax. Il gioco non interferisce con le obbligazioni familiari, sociali o lavorative. A questa categoria di giocatori appartiene la maggioranza della popolazione adulta.
5. Giocatori antisociali
Sono giocatori antisociali coloro che si servono del gioco d’azzardo per ottenere un guadagno in maniera illegale.
6. Giocatori professionisti non-patologici
Si mantengono giocando d’azzardo e considerano il gioco d’azzardo una professione.
Caratteristiche del giocatore patologico
La eterogeneità delle caratteristiche finora individuate rende tuttavia impossibile, come è avvenuto nel caso del tossicodipendente e dell’alcolista, la configurazione di uno specifico pattern di personalità premorbosa del giocatore.
Riporto, comunque, alcune delle variabili di personalità riportate in letteratura:
- elevata sensibilità alla noia;
- elevata ricerca di sensazioni;
- alta assunzione di rischio;
- reazioni disadattative ai life stress events;
- Locus of Control “Esterno” per le perdite (attribuite alla cattiva sorte), “Interno” per le vincite (attribuite alla propria abilità);
- impulsività;
- alessitimia;
Un giocatore veramente dipendente è una persona in cui l’impulso per il gioco diviene un bisogno irrefrenabile e incontrollabile, al quale si accompagna una forte tensione emotiva ed una incapacità, parziale o totale, di ricorrere ad un pensiero riflessivo e logico.
L’autoinganno e il ricorso a ragionamenti apparentemente razionali assumono la funzione di strumenti di controllo del senso di colpa e innestano ed alimentano un circolo autodistruttivo in cui se il giocatore dipendente perde, giustifica il suo gioco insistente col tentativo di rifarsi e di “riuscire almeno a riprendere i soldi persi”, se vince si giustifica affermando che “è il suo giorno fortunato e deve approfittarne”, sottolineando una temporanea vittoria che supporta, attraverso una realtà vera ma alquanto instabile e temporanea, questa affermazione interiore o esteriore.
Lo stato mentale di un giocatore patologico è pertanto estremamente diverso da quello di un giocatore anche assiduo non patologico e si caratterizza per il raggiungimento di uno stato similare alla sbornia, con una modificazione della percezione temporale, un rallentamento o perfino blocco del tempo, che nasce da una tendenza a raggiungere uno stato alterato di coscienza completamente assorbiti, fino ad uno stato di estasi ipnotica, dal gioco. Talvolta questa condizione della mente è favorita da un reale consumo di alcolici o di altre sostanze, associato al gioco, che alimenta la perdita di controllo della propria condotta.
L’evoluzione della malattia
È suddivisibile in quattro fasi.
La seguente visione processuale dell’instaurarsi della patologia del gioco d’azzardo è interessante perché mette in luce l’interazione tra fattori ambientali ed individuali nell’eziologia e nel mantenimento del comportamento di gioco. Ovviamente non si deve cadere in errore considerando il passaggio da una fase all’altra come obbligato e necessariamente determinato, è piuttosto l’incontro tra un particolare individuo ed una particolare situazione in un dato momento, a generare un risultato unico e comprensibile solo all’interno di quel contesto specifico.
1. Fase di vincita
Inizialmente il gioco è occasionale, si gioca per divertirsi e le vincite sono frequenti. Il giocatore sente di guadagnare soldi facilmente, così aumenta il tempo e il denaro impiegato nelle scommesse.
Il soggetto in seguito ad una grande vincita prova sensazioni di potere, di ricchezza e di onnipotenza. Si sviluppa la dipendenza dal culmine del piacere e si attenuano i meccanismi di difesa, che consentono di affrontare il problema e di neutralizzare gli stati emotivi negativi. Il giocatore si allontana dalle relazioni interpersonali importanti e cresce la sua autostima; crede di poter disporre di strumenti magici, mentre altri per vivere devono lavorare. Di solito ricordano le vincite e minimizzano o negano le perdite.
2. Fase della perdita
Ha inizio con una sequenza di perdite imprevedibili. È colpito il narcisismo del giocatore che quindi deve inseguire le vincite per rifarsi del denaro perso e di solito lo fa con minor cautela, accumulando ingenti perdite. Il gambling diventa più urgente e solitario. In questa fase possono diventare più evidenti eventuali comorbilità che alterano la sfera affettiva.
È qui che inizia la rincorsa del le perdite che innesca il meccanismo della dipendenza. Subentrano a questo punto i debiti, le menzogne e il ricorso ai prestiti, in attesa della miracolosa vincita che consentirà di regolare i conti. Ma con l’arrivo di questa vincita il giocatore, invece di fermarsi continua a giocare, avendo ritrovato la fiducia in se stesso e nel favore della fortuna.
3. Fase della disperazione
È svanito l’ultimo aiuto finanziario e il quadro del giocatore è composto da irritabilità, sbalzi d’umore, isolamento, fantasie di fuga, e pensieri o tentativi di suicidio. Il giocatore è a rischio di arresto e di processo, è incessante la ricerca di aiuti finanziari.
Si perde il controllo degli eventi e arriva anche a commettere azioni illegali per procurarsi i soldi. I reati più frequenti sono la falsificazione di assegni, la frode fiscale, l’appropriazione indebita e l’emissione di assegni a vuoto. Il giocatore è ancora fiducioso che tanto prima o poi arriverà la grande vincita a salvarlo, ma ormai nessuno crede più alle sue bugie e la sua famiglia va in crisi, siamo alla “fase della perdita della speranza”.
4. Fase di resa
Giocano con trascuratezza senza l’idea di dover rivincere tutto, il loro unico obbiettivo è stare in azione. Sono comuni condizioni di comorbilità psichiatrica quali: depressione, depressione bipolare, tentativi di suicidio, e abuso di sostanze. In tutte le fasi del gambling sono frequenti condizioni fisiche tipiche dello stress: ipertensione, problemi gastrointestinali, sintomi respiratori.