Oggi ti voglio parlare della superstizione che regna ancora sovrana dietro ai tavoli delle case da gioco. Scommetto che anche tu hai delle esperienze dirette di colleghi che tuttora credono che esistano croupier più “hot” di altri, o situazioni più o meno fortunate.
Ti prego, raccontamele alla fine di questo post. Fammi divertire 🙂
Nonostante il boom della tecnologia negli ultimi decenni abbia dato la possibilità all’industria di poter esaminare e predire statisticamente in una manciata di minuti eventi di gioco virtuali dotando manager, soprattutto della linea intermedia, di informazioni e strumenti atti a garantire la piena efficienza operativa perché, esistono ancora queste antiquate credenze che incidono negativamente sulla redditività finale di una casa da gioco?
L’altro giorno, un mio ex-alunno, mi ha raccontato di un incidente capitato in un piccolo casinò britannico ad un tavolo di roulette, in quel momento molto busy. Dopo svariate vincite, il pit boss di turno ordina di cambiare la pallina con quella più piccola. La motivazione? La più grande portava sfortuna.
Di solito, in un tavolo da roulette ci sono sempre due palline, una grande ed una piccola. Questa pratica è sempre esistita, sebbene l’uso di due palline di diversa grandezza non sia rilevante ai fini della tutela del gioco.
Comunque, il problema sorse quando il pit boss, a voce alta, annunciò a tutto il tavolo il cambio. Dopo diverse spinnate favorevoli alla casa, immagina che successe? I giocatori cambiarono il loro colore in cash e tanti saluti. Fu la diversa grandezza della pallina a invertire l’esito del tavolo? No. Ma vallo a spiegare ai giocatori.
E la scelta del pit boss, fu giusta o sbagliata? Questo esempio per dimostrare come certe scempiaggini costano all’azienda soldi cacciando via clienti. Vuoi un altro esempio?
Un manager di un casinò di Las Vegas mi raccontò della sua volontà di lasciare che i dealers al tavolo di baccarat mischiassero le carte sino alla fine dei rispettivi turni. Perché? Beh, il tavolo era in positivo di diverse migliaia di dollari contro un high-roller e voleva preservare la vincita per il suo turno. Quanto durò lo shuffle dei dealers? All’incirca 30 minuti! Lasciava che i dealers mischiassero 8 mazzi di carte per mezz’ora in modo tale da registrare la vincita a suo favore. 🙂 Incredibile eh? Quanto è costata al casinò questa sua scelta? Ancora adesso crede di essere nel giusto e di aver fatto risparmiare soldi all’azienda.
Molti anni fa lavorai per un general manager estremamente superstizioso. Credeva che shiftare croupiers da tavoli in perdita fosse un’ottima strategia. La sua opinione era che in ogni turno dovessero esserci degli impiegati tosti da utilizzare nel momento in cui in qualche tavolo si fosse registrata qualche criticità. Lo stesso executive ritiene tuttora che croupiers e ispettori devono preoccuparsi se i tavoli da gioco perdono. La sua idea è che gli impiegati devono avere la “volontà” di vincere, o in caso contrario, cercarsi lavoro altrove. Ripeteva in continuazione “È appurato che la volontà di vincere prevale la legge delle probabilità”. Si, vabbè!
Alla base di questa mentalità vi è un’ ignoranza sia della statistica sia della matematica dei giochi. Cambiare dealers in quanto ritenuti “sfortunati”, cambiare le carte perché il giocatore sta vincendo, tagliare a metà mazzi e sabot quando il tavolo sta perdendo e avere supervisors e pit boss in ansia costa molto caro in termini di decisioni di gioco e perdita di clientela.
Quindi cosa fare?
La mia idea è di educare il proprio staff sulla legge delle probabilità e negli elementi che contribuiscono al vantaggio matematico delle casa; stabilire procedure volte ad ottimizzare i tempi di gestione del tavolo; essere sicuri che le procedure non possano essere interpretate soggettivamente dai propri impiegati.
A proposito, tu sei un croupier fortunato?